Enrico (Chico) Schinetti
Indice dell'antologia critica


100 anni vissuti Severamente
ROBERTO CRETON, Cultura Commestibile .com, n. 10, 29 dicembre 2012.

     A lungo docente all’Accademia delle Arti e del Disegno, Carlo Severa - classe 1912, fiorentino - da complesse esperienze non figurative è dapprima approdato a una misura sempre più rarefatta di figurazione, per poi scegliere in una continua sperimentazione di forme, colori, materie, un percorso tra astrazione e informale. La sua intera attività artistica è permeata da una tensione intellettuale intesa soprattutto come continua interrogazione sul nostro rapporto con il reale. Dal dopoguerra fino a tutti gli anni ‘60, il suo...



CARLO SEVERA. Cent’anni. Un’avventura creativa
LUIGI CAVALLO, catalogo [mostra personale, Firenze, Sala Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno, 04-30/12/2012], pp. 13-19, Angelo Pontecorboli Editore, Firenze.

   Un titolo alternativo di questa esposizione che segna la ricorrenza dei cento anni di Carlo Severa: Pittura come vita.
Ogni pensiero affondato nel tessuto della sua esistenza è stato per l’artista fiorentino una espansione, un affioramento di immagini, si è cioè conformato nella concreta astrattezza della pittura.
Avere il mondo a disposizione è il sortilegio e la condanna dell’uomo contemporaneo. Una volta la costrizione in uno spazio breve e in un giro stretto di frequentazioni poteva dare un senso...



Carlo Severa. Spazio: idea e sensazione
LUIGI CAVALLO, catalogo [mostra personale, Firenze, Sala Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno, 04-30/05/2010] pp. 11-14, tipografia editrice Polistampa, Firenze, aprile 2010.



     Convertire le sensazioni in immagini; lasciare alle immagini l’efficienza della prima percezione e suggellarla con la qualità dell’esecuzione tecnica, con lo scrupolo delle scelte materiche.
      Sul piano formale si tratta di accordare il carattere di un’immagine con il senso delle proprie intenzioni e tensioni espressive, estetiche e linguistiche.
      Sul piano informale si coniuga il caos primigenio con la fase iniziale dell’organizzazione logica e funzionale (nel riguardo antropologico) della...



Carlo Severa. Via della luce
LUIGI CAVALLO, catalogo [mostra personale, Milano, Galleria Il Mappamondo,
14/06-04/07/2006].



     Quando ci si accosta a un autore classico sia in letteratura sia in musica, anche da poche righe, da qualche accordo si può intendere quanto di profondità, di intuizione, di esperienza sia contenuto nel tessuto che diviene espressione.
      Si avvertono la densità del pensiero, il suo spessore, e il clima dei motivi culturali e della metrica sonora, il registro umano e formale che si fanno parole e note seguendo una fluenza creativa governata con chiara visione dell’insieme; e non si ha mai sensazione di essere abbandonati in ...



«Carlo Severa. Pagine da una vita di pittura»
MARCO CONTE, in Carlo Severa. Via della luce, Galleria Il Mappamondo, catalogo [mostra personale, Milano, 14/06-04/07/2006].



     Presentare nella mia Galleria un maestro dell’astrazione come Carlo Severa, e proprio in seguito della mostra dedicata alle incisioni di Morandi, significa dare conseguenza al discorso sui "valori" che si faceva in quell’occasione. In cerca cioè di valori solidamente ancorati alla "qualità".
      Non siamo quindi rimasti nel vago per la necessità di avere autori con qualificati e alti risultati creativi cui fare riferimento nella nostra attività; dal generico passiamo alla proposta concreta....



«Carlo Severa. Mutazioni dell’enigma»
LUIGI CAVALLO, in Carlo Severa, catalogo [mostra personale, Bologna, Galleria d’Arte Maggiore, ottobre-novembre 2004], pp. 7-10, Stampa Digi Graf, Bologna, ottobre 2004.



     Con Carlo Severa siamo nei territori tra i più coinvolgenti e intensi dell’arte contemporanea. Bisogna tenere alto lo sguardo sulle avanguardie europee per seguire la strada da lui percorsa, ben segnata nelle pagine della storia: la sua validità di osservatore della società moderna e di ricercatore ha pochi eguali nel nostro Paese. Non è possibile confondere la sua opera nel coacervo eteroclito delle vicende del nostro tempo. I suoi studi si estendono dagli antichi...



«Nello studio di un artista. Carlo Severa: segni-forme e segni-mistero»
LUIGI CAVALLO, in Pagine d’arte, Lugano, luglio 1997.



     Ci consente un ingresso à rebours nella sua opera l’ultima mostra che Carlo Severa [...] ha tenuto in maggio all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Il gesto che lascia segni corsivi, di diverso spessore, macchie che agiscono nella superficie come punti salienti di un’emozione vibrata e tenuta sugli accordi eleganti e sapienti di chi ha esplorato largamente le possibilità anche emotive dell’immagine, sono le Pagine dell’inconscio, datate 1997. Altre opere di quest’anno: Essenza irripetibile e...



«Severa col suo astrattismo riesce ancora a sorprendere»
PAOLA BORTOLOTTI, in La Nazione, Firenze, 26 maggio 1997.



     Severa [...] si è presentato a questo appuntamento con una quarantina di opere inedite, di grande freschezza di colore e vivacità di segno. Dopo sessanta anni di ininterrotta ricerca artistica, e quasi trenta di insegnamento, Severa ha ancora voglia di sorprenderci con le sue composizioni astratte che indagano lo spazio. Molti dei dipinti in mostra hanno la caratteristica del segno frantumato, della forma-colore esplosa, che espandendosi sulla tela, creano opere dinamiche, percorse da vibrazioni ritmiche. In contrapposizione a questi lavori, Severa ne ha concepiti altri...



«L’idea dello spazio di Carlo Severa»
ELVIO NATALI, in Toscana oggi, Firenze, 18 maggio 1997.



     Alla fonte c’è l’idea dello spazio. Questa è la nota dominante della bella personale di Carlo Severa all’Accademia delle Arti e del Disegno in Firenze. Uno spazio multiforme, pluridimensionale: fisico, architettonico, psicologico. Concepito e costruito nella continua tensione di carpire e tradurre in metafore il segreto respiro del cosmo. E l’abbrivio può essere quel panorama urbano fervido di colori che porta il titolo di Città della memoria (del 1989) e si fa precursore ideale di tutta la rassegna inscritta in...



«Off limits»
PAOLA BORTOLOTTI, in Carlo Severa, catalogo [mostra personale, Firenze, Sala Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno, 03-28/05/1997], Stampa Manifotolito, Firenze, 1997.



     Caro Severa,
     sono passati tre anni dalla tua ultima apparizione in galleria, ed ero molto curiosa di vedere cosa ci stavi preparando. Tre anni fa hai deciso di abbandonare la tua “doppia identità", quella foto ambivalente che apponevi nell’ultima pagina dei tuoi cataloghi, che era il tuo viso coperto da una mezza maschera, un mezzo volto che sembrava riaffiorare dalla classicità. Allora lo avevi sostituito con il tuo autoritratto dipinto, e anche adesso, quella stessa immagine ci guarda diritto negli occhi...



«Un’arte severa»
SERGIO SALVI, in Carlo Severa, catalogo [mostra antologica, Firenze, Palazzo Strozzi,
11-30/11/1989], Litotipografia Sambo, Montespertoli (Firenze), agosto 1989.



L’arte di Carlo Severa si è sempre svolta all’insegna, duplice ma anche profondamente unitaria, del nitore e del rigore. Arte nitida, dunque, per qualità e sostanza dell’immagine: ma non arte rigida, arte semmai rigorosa. Credo che questi attributi, non soltanto descrittivi, valgano a collocarla in un contesto, noto al momento soltanto per sommi ma già chiari capi, che è quello dell’arte contemporanea in Italia e nel mondo. È un contesto nel quale l’opera di Severa, forse mal conosciuta al livello dei luoghi comuni e dei manuali correnti a causa della presenza...



«Immagini astratte. L’orizzonte urbano. Lo spazio continuo. Il segno come metafora. Interventi fotografici»
CLAUDIO CERRITELLI, in Severa, catalogo [mostra antologica, Figline Valdarno, Vecchio Palazzo Comunale, aprile-maggio 1980], stampa Tipografia G. Cencetti, Firenze, marzo 1980.



IMMAGINI ASTRATTE (1946-1955)

     Capita che il lavoro di un artista offra una trasparenza di significati nel momento della maturità, quando la somma e la sedimentazione degli atti è di tale spessore che vengano meno dubbi e perplessità, e l’immagine complessiva del ricercare chiarisce i propri riferimenti. È come se lo sguardo di chi osserva, attento alle pieghe meno evidenti di una ostinata sperimentazione, fosse in grado di cogliere l’intima unità che guida per vie traverse l’inclinazione...



Severa
GIOVANNI ACCAME, catalogo [mostra antologica, Figline Valdarno, Vecchio Palazzo Comunale, aprile-maggio 1980], stampa Tipografia G. Cencetti, Firenze, marzo 1980.



     «Domandare significa cercare e cercare significa cercare in modo radicale, andare a fondo, sondare, scavare sul fondo e, infine, strappare. ... La domanda è il desiderio del pensiero» (M. Blanchot).

      Il lavoro di Severa credo abbia la sua caratteristica più saliente in questo: essere una continua, ininterrotta domanda. Le opere si pongono quindi prevalentemente come interrogazione e dunque vengono a costituirsi in movimento continuo, l’opera non ferma, non interrompe, non presuppone una...



Carlo Severa, Quaderno n. 1
GIUSEPPE CHIARI (testo datato agosto 1979), CARLO SEVERA (8 litografie), Calcografica Studio, San Giovanni Valdarno, settembre 1979.



la parola metafisica è quella che mi viene alla mente
nel vedere queste opere di Severa... metafisica nel senso
stretto, particolare che questa parola ha nella storia dell'arte
della prima metà del novecento... metafisica perché
come nei quadri che portarono questo nome anche in questo
lavoro trovo citazioni di figure classiche, utilizzazione attuale
di queste citazioni... ma Severa ha percorso molto cammino,
la metafisica non è rinnegata...



«Mostre a Firenze. Severa»
Umberto Baldini, in La Nazione, Firenze, 29 gennaio 1966.



      Alla Galleria Proposte [...] il pittore Severa. Un pittore pulito, limpido, ordinato e al tempo stesso finissimo senza essere superficiale. Le sue stesure, i suoi elementi ritmicamente geometrici che stanno alla costruzione organica dell'opera non deludono sul piano emotivo per quella carica umana che contengono per via di un colore quasi sempre castigato, atto a condurre nell'insieme come una contemplativa melanconia non priva di dramma (quando intervengono le forme come di automi) e di sottile accorata poesia...



Severa
MARIO BERGOMI, catalogo [mostra personale, Firenze, Galleria Proposte, 15-28/01/1966].

     È utile a un artista una presentazione che faccia della sua opera il pretesto per divagazioni estetizzanti, lette le quali si resta sotto l’impressione che l’eloquenza del critico abbia ben poco da spartire con l’opera in esame? Non direi; credo invece più utile un discorso che metta, semplicemente, in chiaro ciò che di quella opera consuona con l’animo nostro: con la nostra esperienza e conoscenza del mondo.

      Nel caso dell’amico Severa, una prima ragione della mia stima deriva intanto dalla sua probità intellettuale: da quel senso di dignità che lo ha sempre trattenuto dall’esibirsi; dall’attirare su di sé l’attenzione con mezzi che non siano quelli suggeriti...



Carlo Severa
RENZO FEDERICI, catalogo [mostra personale, Milano, Galleria L’Indiano, 17-28/11/1962].



     I due vecchi pezzi dell'immediato dopoguerra che Severa accompagna, come un antefatto discreto, un promemoria più per sé che per gli altri, è richiamo di un lavoro che non dimentica mai il suo filo conduttore (che è poi il filo di una responsabilità tanto più presente quanto meno dichiarata), attestano della sicura scioltezza, dell'intima e delicata misura con cui il pittore aveva saputo inserirsi, fin da quegli anni, in un discorso non figurativo. Discorso che s'era protratto poi fino ai tempi...



Carlo Severa
RENZO FEDERICI, catalogo [mostra personale, Milano, Galleria L’Indiano, 17-28/11/1962].



     Da complesse esperienze non-figurative, Carlo Severa è approdato ora a una misura di rarefatta figurazione, dove i frammenti di una realtà visibile segnata dal passato si riassorbono nei nessi di un discorso quanto mai franto e convulso. Di ciò che lo circonda, più che le apparenze stabili e plausibili, lo interessano i nodi estremi, i frammenti residuali ma autentici, e le affannose e inattese figurazioni in cui volta volta si compongono nel tentativo di recuperare un loro volto in qualche modo decifrabile. Così come dell'umano...